Che il giornale che fu di Carlo Casalegno, vicedirettore azionista ucciso dalla Brigate Rosse, oggi - dopo 35 anni - permetta nelle sue pagine culturali la difesa di Gramsci incrociata al killeraggio accademico ("
privo di credenziali scientifiche") contro colui i cui studi sulle BR sono tradotti, pubblicati e apprezzati in tutto il mondo anglosassone, è francamente ignobile se non sarà seguito da una qualche replica a breve.
Stiamo parlando di Angelo D'Orsi verso Alessandro Orsini, su
La Stampa del 15 Marzo scorso.
La polemica nasce di recente: qui sul
sito della Fondazione Nenni il 21 febbraio scorso, il primo scambio polemico tra i due.
Poi quello a seguito dell'articolo di Roberto Saviano su
la Repubblica: commentato sul sito di
Notizie Radicali e qui
Turati: più che Saviano, OrsiniVadiamo se a quest'ultimo attacco del barone sessantottino, guardiano dell'ortodossia gramsciana in terra subalpina, troverà nell'accademia torinese qualcuno che risponda sulle stesse pagine di quel giornale ...che fu di Carlo Casalegno!