La vicenda dei due marò italiani prima trattenuti e adesso ceduti all’India per il processo è stata collegata, dall’ex ministro degli Esteri Gianni De Michelis, all’analogo fallimento nelle trattativa diplomatica con il Brasile per il caso dell’terrorista Cesare Battisti, che il governo carioca non ha estradato in Italia.
La sua tesi è che la geopolitica mondiale è cambiata e che quindi i paesi ‘emergenti’, i famosi BRIK (Brasile, Russia, India e Korea), siano ormai delle potenze che non ci può permettere di sottovalutare e sottostimare, anche per il peso che esse hanno nell’economia e nei commerci con il nostro paese.
Qui ci permettiamo solo di sottolineare come il peso diplomatico italiano sullo scenario internazionale sia in vero ancor più debole guardando un altro paese: la Nigeria, dove nel giro di un anno due ostaggi italiani sono stati uccisi da un gruppo terrorista di fondamentalisti islamici: Franco Lamolinara, lo scorso marzo, e questo anno, a febbraio, Silvano Trevisan.
Contrariamenti agli ostaggi in altri paesi liberati con successo attraverso gli sforzi delle unità di crisi della Farnesina, la Nigeria sembra un paese impenetrabile per la nostra diplomazia, dove i cittadini italiani che vi lavorano non sono protetti dal rischio terrorismo e sequestro. L’anno scorso un incursione inglese per liberare il gruppo di ostaggio, tra i quali Lamolinara, è finita nel sangue, questo anno l’assassinio dei sei ostaggi, tra i quali Trevisan è stato appurato quasi un mese dopo che era occorso.
Se poi aggiungiamo il continuo perpetuarsi in Nigeria di stragi verso i cristiani e le loro chiese, soprattutto in occasione delle relative festività, risulta ancora più incredibile che la diplomazia Italiana si presenti completamente imbelle.